- Alghero, Località Porto Conte
Le Domus, regno incantato dei morti
Domus de Janas, ovvero “Case delle fate”: così, in Sardegna, venivano chiamate le necropoli ipogeiche avvolte di mistero risalenti alla cultura del tardo neolitico (3500 a.C.). Vere e proprie città dei morti scavate nella roccia, espressioni di popoli evoluti, dediti all’agricoltura, alla caccia e alla pesca, al commercio e all’attività estrattiva dell’ossidiana, come testimoniano i numerosi reperti ceramici con disegni a impressione arrivati fino a noi, che hanno fornito la base per l’iconografia tradizionale sarda.
Popoli animati da una forte spinta religiosa, dediti al culto della dea Madre, procreatrice e genitrice cosmica, e del dio Toro, suo elemento complementare.
Le tombe rupestri di Anghelu Ruju
La necropoli, che deve il suo nome al proprietario del fondo, è un complesso di Domus fra i più significativi della Sardegna.
A 20 minuti da Alghero, in località “I Piani”, quest’area ipogeica comprende 38 tombe rupestri, di cui alcune ancora sotto il livello del terreno.
Hanno ingresso “a pozzetto”, con accesso diretto sulla parete rupestre o fornito di un lungo corridoio discendente, detto “dromos“.
Nelle tombe lo schema planimetrico più frequente è quello “a T” che, nella versione più completa, comprende dopo l’ingresso, un atrio, una sala per i riti e le cellette funerarie disposte intorno a raggiera.
Per visitare la necropoli è disponibile il servizio di guida lungo il percorso.
La necropoli collinare di Santu Pedru
Un altro complesso di tombe rupestri neolitiche si trova sulla collina trachitica di Santu Pedru, sulla strada per Ittiri.
La collina, che sale improvvisa dalla piana come un picco dell’Arizona, si presenta tutta bucherellata, con una grande quantità di piccole grotte scavate nella roccia.
Fra le Domus meglio conservate ce n’è una conosciuta come Tomba dei Vasi Tetrapodi, per via delle interessanti ceramiche che vi sono state trovate.
Altre tombe si trovano più in alto, sul versante della collina. La più grande di esse, sulla sommità, è stata trasformata in chiesa rupestre in periodo paleocristiano (X secolo).